L’intento di LuminaMGR trova il suo senso proprio in questa prima proposta, che segna il debutto alla regia cinematografica di una artista con una storia culturale, teatrale e cinematografica che poche altre artiste hanno.
Fare oggi un film su Anna Magnani appare un atto dovuto. Un atto necessario.
Perché in un momento di massima crisi del cinema, di freddezza, bisognava portare sullo schermo chi, all’Italia sconfitta e umiliata dalla guerra, ha ridato dignità e forza e al cinema carne e cuore.
E‘ stata la più grande. Il suo talento e la sua forza femminile sono ancora celebrati nel mondo . Una figura complessa, ma di tale carisma da aver legato il suo nome alla massima espressione del cinema italiano. Simbolo di Roma e della romanità più nobile, più fiera, più profonda, è anche la prima attrice italiana a vincere l’Oscar come Miglior Attrice Protagonista.
Diretta da registi come Renoir, Mann, Cukor, Lumet, Kramer, vince il Premio Oscar nel ‘56 per La Rosa Tatuata e poi l’Orso d’Oro, la Coppa Volpi, due David di Donatello, cinque Nastri d’Argento, due National Board of Review Awards, il Globo d’Oro, il Golden Globe, il British Academy Film Award. Nessun film ha mai raccontato questa figura così affascinante.
La Magnani è molto amata in America dove interpretò tre film straordinari e vinse l’Oscar nel 56. Meryl Streep la cita come suo ideale di artista e la Francia si considera la reale artefice del mito Roma Città Aperta in quanto vinse imprevedibilmente il Festival di Cannes nel 1946 determinando cosi il successo mondiale del film
Molte sono le leve di potenziale successo con il pubblico internazionale di un’opera come questa: il primo film mai realizzato su un personaggio estremamente noto, conosciuto in tutto il mondo e legato alla storia gloriosa del cinema italiano.
Di seguito sono disponibili le brochure in lingua inglese, francese e italiano:
Storia di una attrice che ha fatto grande il cinema italiano
Storia di un amore che nascondeva un segreto.
È la notte del 21 marzo 1956. A Hollywood sta per essere assegnato l’Oscar alla miglior attrice protagonista e Anna Magnani è candidata per “La Rosa Tatuata”, un film da lei interpretato in lingua inglese, lingua che non conosceva, un film che tutti le avevano sconsigliato di girare…
Anna la vuole vivere sentendo Roma accanto a sé, calpestando i ciottoli e masticando ricordi insieme ai vecchi insonni e alle battone, prendendo forza da quello l’ha portata a quel traguardo e che la ripagherebbe di tanto dolore. ‘Vita tanto m’hai tolto… tanto m’hai da ridà’‘ grida alla città addormentata.. Per strada coi gatti e le battone, con il suo popolo, quello che all’alba, riconoscendola vicino al Teatro Marcello, glielo annuncerà dai finestrini delle macchine: ‘Nannarè… hai vinto!!E’ una gioia immensa.. per lei. Per Roma .
Ma ha vinto troppo… e ha vinto tardi…
Quello che doveva essere il suo trionfo è l’inizio del suo declino, ingiusto, immotivato. Il cinema sta cambiando , la lite con Camerini, l’inganno di Ponti sulla Ciociara, il silenzio anche dei suoi amici… Diventa cupa , ombrosa. La sua personalità è a guardia del suo talento forgiato da uno studio e una professionalità che non lascia nulla al caso ma è donna, è sola e la prepotenza è l’unico modo che ha per tutelarlo. Perde la sfida con il ‘tempo’ .
‘Le donne non hanno più il mio viso’ dirà
Torna al teatro con la Lupa diretta da Zeffirelli.
E’ un trionfo. Ma la malattia subdola è già in lei. Rossellini, l’uomo più amato, l’uomo che più l’aveva ferita, le si mette accanto e non la lascia più fino alla fine.
Storia di un amore che nascondeva un segreto…
La sceneggiatura evita il taglio biografico, impossibile in una personalità così complessa, e diventa racconto visionario prendendo come spunto iniziale un ‘momento privilegiato‘: la notte per lei più importante, quella in cui tutto può accadere, la notte degli Oscar 1956. Ho letto, ricordato, parlato di lei, girato attorno a lei per mesi e poi il personaggio nella mia mente ha preso vita autonoma e si è scritto da sé la prima scena. Ed è la scena di un rifiuto: il rifiuto di rimanere in attesa accanto a un telefono di bachelite nera, lo stesso rimasto muto una notte di 8 anni prima. Mi si impone così Anna, nel voler ‘prendere aria’, uscire, calpestare i ciottoli della sua Roma notturna.
La sua camminata per le strade della città vecchia, come il pifferaio magico seguito dai suoi gatti e in compagnia del suo popolo così simile a lei, la libera ed emergono dolori, gioie, tradimenti… germi fondativi (forse) delle sue grandi interpretazioni. Come in altri miei testi (teatrali) vado per associazione emotive libere, ho visto nei suoi grandi dolori attimi rinati poi in ‘forma artistica’. In un racconto che non rispetta l’esatta cronologia, perché ogni momento che mettiamo sotto la lente ne porta con sé un altro, il suo senso prende quota piano piano per addendi: i rifiuti, gli inciampi, gli inganni, la fuga e poi di nuovo la notte. Quella vera.
La mia interpretazione fugge l’imitazione che uccide la vita, metto i miei piedi nelle sue scarpe, cammino dove ha camminato lei e le presto il mio ‘sentire’, l’unica cosa che si può fare per far tornare a vivere ‘vite che non sono le nostre’.
Non c’è verità quando si trasla un altro essere umano, c’è solo il desiderio di restituirgli energia, senso, pensiero.
CURRICULUM
Monica Guerritore è attrice, drammaturga, regista, scrittrice.
Esordisce a 16 anni, nel 1974, al Piccolo Teatro di Milano, diretta da Strehler, che la volle Anja in un memorabile Giardino dei ciliegi.
Da Strehler a Gabriele Lavia, al teatro sperimentale di Giancarlo Sepe.
Il cinema con Ozpetek e Storaro, La Lupa e La Bella Gente, e serie televisive di grandi ascolti .
Nastro D’argento 2022 per Speravo de mori’ prima e Vita Da Carlo.
DRAMMATURGA
– Giovanna D’Arco, tradotto per la Francia da Jean Paul Manganaro (traduttore di Calvino e Pasolini) e rappresentato a Parigi dal 2020 e al Festival D’Avignone 2022
– Mi chiedete di parlare, uno spettacolo su Oriana Fallaci (Festival di Spoleto 2013)
– Dall’Inferno all’Infinito (anche repliche a New York e Londra)
– Mariti e Mogli (diritto di elaborazione teatrale dal film, concesso da Woody Allen)
– Amore e Psiche, da Apuleio
Nel 2019 L’Anima buona di Sezuan, di Bertolt Brecht (2019/2022) riprende la versione scenica di Giorgio Strehler (1981)
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SCRITTRICE
Scrive La Forza del Cuore (2010) per Mondadori.
Scrive “Quel che so di lei. Donne prigioniere di amori straordinari” (2019) per Longanesi (alla terza edizione), che affronta il viaggio della Contessa Giulia Trigona, zia di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, verso la sua morte, raccontando i momenti fatali che portano una donna a consegnarsi al suo assassino. Un libro che affronta il tema del femminicidio, portato anche nelle scuole.
Presidente del Premio Campiello edizione 2014.
Nel 2015, il suo Dall’inferno all’Infinito ha aperto le giornate della Lingua Italiana all’Accademia della Crusca.
E’ Commendatore al merito della Repubblica per l’impegno nel campo delle Arti e della Cultura. ( Napolitano 2011)
Sta lavorando alla scrittura della versione scenica di Ginger e Fred (dalla sceneggiatura di Fellini / Guerra / Pinelli) per la stagione teatrale 2023.